Cos’è il Pranayama?
Mediamente un adulto è in grado di sopravvivere senza cibo per circa un mese, ciò non significa che le sue condizioni di salute in questa situazione siano buone, tuttavia il corpo è comunque in vita.
Generalmente un adulto è in grado di sopravvivere senza acqua per un massimo di 10 giorni, che si raggiungono ovviamente in condizioni di vita non ottimali.
L’essere umano ha bisogno, invece, di un flusso costante di aria, ed in particolare di ossigeno, per sopravvivere. Un soggetto medio può rimanere senza aria per circa 45-60 secondi. (Le persone sportive, soprattutto quelle allenate fisicamente e mentalmente ad apnee prolungate, possono ovviamente allungare notevolmente questo tempo).
In 1 giorno compiamo in media 23.000 atti respiratori.
In 1 anno sono 8.395.000 i respiri.
In una vita media di 80 anni respiriamo un numero di volte pari a circa 671.600.000.
La respirazione è tra gli atti fisiologici maggiormente eseguiti nella vita di ognuno di noi, un atto così scontato e automatico che erroneamente pensiamo sia ininfluente per la qualità della nostra vita.
Per sfatare questa falsa idea, basti pensare a come il ritmo respiratorio muti al cambiare delle nostre emozioni associate ai nostri pensieri e connessi alla nostra predisposizione fisiologica.
Imparare a controllare il nostro respiro equivale a gestire le emozioni, i pensieri e il nostro corpo ed è proprio questa convinzione che ha dato origine alle tecniche respiratorie conosciute con il nome di pranayama.
Prana significa “energia” o “soffio vitale che riempie l’universo”. Ayama vuol dire invece “estensione” o “espansione”, quindi la parola pranayama significa “espansione della dimensione del prana”.
Il Pranayama migliora la funzione respiratoria esercitando i muscoli della respirazione e influenzando i centri respiratori, perciò si acquista la capacità di respirare in modo più efficiente, riducendo al minimo le funzioni vitali: il cuore pompa sangue più lentamente e la mente si rilassa in quanto soggetta ad un carico di lavoro minore e non ha bisogno di spendere energie per mandare impulsi di contrazione ai muscoli.
Secondo gli Yoga Sutra di Patanjali, il gradino che precede il pranayama è costituito dalla pratica degli asana (le posizioni) che hanno lo scopo preparatorio di rendere il corpo agile, flessibile e rilassato, liberandolo da movimenti nervosi e tensioni muscolari.
Quando si ha il controllo del corpo è più facile rivolgere l’attenzione al respiro.
L’efficacia del pranayama come prevenzione è superiore all’efficacia terapeutica, e i BENEFICI sono numerosissimi:
- Facilita l’eliminazione delle tossine.
- Migliora la circolazione sanguigna e linfatica.
- Ottimizza l’azione filtrante dei reni.
- Tonifica il sistema nervoso.
- Agisce positivamente sulla memoria.
- Aiuta la digestione.
- Libera da pensieri negativi e dalle paure che immobilizzano l’intento.
- Purifica le nadi. (I canali energetici del corpo)
- Stimola la milza.
- Equilibra il sistema ghiandolare.
- Rinforza il sistema immunitario.
- Con la pratica si possono sperimentare pace mentale, riduzione delle tensioni, aumento del senso di benessere, ordine e disciplina del proprio comportamento.
Le tecniche di respirazione più conosciute sono:
- La respirazione yogica.
- La respirazione Ujjayi.
- Kapalabhati.
- Anulom Vilom.
Se volete approfondire, a breve scriverò nello specifico di ognuna.