Virabhadrasana
Virabhadrasana, anche conosciuta come la posizione del guerriero, prende il suo nome da Virabhadra, che secondo la tradizione induista, era un valoroso guerriero nato da una ciocca di capelli del dio Shiva.
La leggenda inizia durante il regno del potente sovrano Daksha, che aveva una figlia, Shakti, che si era perdutamente innamorata del Dio Shiva.
Shiva in quel periodo non era ben visto, era un tipo strano, molto diverso dagli altri dei, un specie rasta con lunghi dreadlocks che adorava vivere in solitudine sulle montagne sulle quali viveva meditando, danzando e fumando erba. Senza contare che girava sempre accompagnato da un cobra attorno al collo e ad un teschio appeso alla cintura (sembra a causa di una maledizione del Dio Brahma, che si infuriò dopo che Shiva, come al suo solito poco disponibile al dialogo gli aveva tagliato una delle sue 5 teste). In pratica uno al quale nessun genitore avrebbe dato la figlia in sposa serenamente, figuriamoci il grande Re Daksha.
Ovviamente i due si sposarono lo stesso a dispetto di quello che il padre ne pensasse e si ritirarono a vita privata sui monti.
Il padre per ripicca organizzò una festa pazzesca a palazzo alla quale invitò tutte le creature divine del tempo, tranne Shiva e sua figlia. Ma Shakti, offesa dal comportamento del padre si presentò lo stesso alla festa decisa ad affrontarlo. Giunta al ricevimento il re non solo si rifiutò di parlarle ma la ridicolizzò davanti a tutti e allora Shakti si uccise buttandosi nel fuoco del grande camino davanti a tutti.
Quando Shiva venne a sapere della morte di Shakti prima pianse e si disperò, poi preso da collera omicida, si strappò un dreadlock dai capelli lo gettò con violenza a terra. Questo si trasformò in Virabhadra, il feroce guerriero che Shiva inviò a palazzo per compiere una carneficina uccidendo tutti i presenti, decapitando il re Daksha e bevendone il sangue.
Secondo la leggenda Virabhadra per entrare a palazzo passò dal sottoterra spingendosi verso la superficie con due spade rivolte verso l’alto (Virabhadrasana I)
poi una volta dentro diresse le due spade verso gli invitati, una davanti a lui e una dietro (Virabhadrasana II) e cominciò il massacro
infine si proiettò in avanti con entrambe le spade e con un colpo rapido e preciso decapitò il re Daksha gettandone la testa nel fuoco (Virabhadrasana III).
Quando Shiva arrivò riassorbì il guerriero dentro di sè.
Vedendo il massacro che aveva compiuto l’ira si trasformò in dolore e compassione, così cercò il corpo di Daksha e visto che la sua testa era andata distrutta nel fuoco glene diede una nuova, quella di una capra, e lo riportò in vita.
Si tratta di una delle posizioni in piedi più praticate, ed è particolarmente indicata nelle mezze stagioni, che rappresentano periodo di cambiamento e rinascita. Infatti, essendo collegata all’energia di Shiva, detto anche il grande trasformatore, Virabhadrasana è una posizione che porta con se il potere della trasformazione profonda a tutti i livelli: fisica, mentale ed emozionale.
La saggezza del guerriero serve a sviluppare la forza necessaria per affrontare le difficoltà che si incontrano durante la vita, aiutando la propria crescita personale e la consapevolezza spirituale. Il vero guerriero è colui che sa trovare equilibrio e armonia nel proprio percorso.
Virabhadrasana ha molti benefici:
- Rafforza e tonifica tutta la parte inferiore del corpo: i muscoli delle gambe, le caviglie e le ginocchia.
- Tonifica gli organi e i muscoli addominali.
- Apre anche, spalle e petto.
- Aumenta la capacità respiratoria.
- Rafforza la schiena rendendo la colonna vertebrale più elastica.
- Migliora i sintomi della sciatalgia e aiuta a ridurre i dolori alla schiena, fino anche a superarli completamente.
- Migliora l’equilibrio fisico, psichico ed emozionale.
- Aumenta la stabilità favorendo un forte radicamento a terra.
- Sviluppa la concentrazione e la resistenza.